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Legislazione europeaIl ruolo della legislazione Nell'ambito delle riforme della PAC avviate alla fine degli anni '80 venne riconosciuto il ruolo fondamentale che avrebbe potuto svolgere l'agricoltura biologica per la realizzazione dei nuovi obiettivi, quali la riduzione delle eccedenze, la promozione di prodotti di qualità e l'integrazione delle pratiche di tutela ambientale nell'agricoltura. Ma perché l'agricoltura biologica potesse conquistare la fiducia dei consumatori era evidente che sarebbe stata necessaria una legislazione rigorosa, accompagnata da misure antifrode, per impedire che venissero fatti passare per biologici prodotti che non corrispondevano a tale definizione. Oggi i consumatori chiedono sempre più spesso di avere accesso alle informazioni sui metodi di produzione degli alimenti - "dalla stalla al piatto" - e domandano garanzie sul fatto che in ogni fase del processo produttivo vengano prese tutte le precauzioni necessarie in termini di sicurezza e di qualità.
Una legislazione per realizzare il cambiamento Per garantire l'autenticità dei metodi di produzione biologica sono stati adottati diversi regolamenti, fino a creare un quadro globale di riferimento che abbraccia tutte le colture e gli allevamenti biologici, nonché l'etichettatura, la trasformazione e la commercializzazione di questo tipo di prodotti. I regolamenti suddetti disciplinano anche le importazioni di prodotti biologici nell'UE. Da quando è stato adottato il primo regolamento sull'agricoltura biologica il regolamento CEE/n. 2092/91, entrato in vigore nel 1991, molte aziende nell'Unione europea si sono convertite ai metodi di produzione biologica. Per gli agricoltori che desiderano ottenere il riconoscimento ufficiale della loro condizione di produttori biologici è fissato un periodo minimo di conversione di due anni prima della semina per le colture annuali e di tre anni per le colture perenni. Nell'agosto 1999, con il regolamento CE/n. 1804/1999, sono state poi adottate le norme sulla produzione, l'etichettatura e il controllo delle principali specie animali (bovini, ovini, caprini, equidi e pollame). Questo testo affronta questioni come quella dell'alimentazione, della profilassi e delle cure veterinarie, del benessere degli animali, delle pratiche di allevamento e della gestione del letame. Gli organismi geneticamente modificati (OGM) e i prodotti da essi derivati sono espressamente esclusi dai metodi di produzione biologici.
I regolamenti contemplano anche le importazioni di prodotti biologici da paesi terzi i cui criteri di produzione e i cui sistemi di controllo in materia di agricoltura biologica siano stati riconosciuti dall'UE come equivalenti a quelli da essa applicati.
Regolamento (CEE) n. 2092/91 del Consiglio, del 24 giugno 1991, relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e alla indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari Regolamento (CE) n. 1804/1999 del Consiglio, del 19 luglio 1999, che completa, per le produzioni animali, il regolamento (CEE) n. 2092/91 relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e alla indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari Regolamento (CE) N. 1997/2006 DEL CONSIGLIO del 19 dicembre 2006 che modifica il regolamento (CEE) n. 2092/91 relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e all Regolamento (CE) n. 1991/2006 del Consiglio del 21 dicembre 2006 che modifica il regolamento (CEE) n. 2092/91 relativo al metodo di produzione biologico di prodotti agricoli e all’indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari
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I prodotti biologici sono sempre stati più
costosi di quelli ottenuti con metodi tradizionali e questo elemento in passato è stato percepito
come un ostacolo all'espandersi dell'agricoltura biologica. Da anni però le scelte dei consumatori
europei si orientano verso alimenti più sani, più nutrienti, più gustosi e ottenuti con metodi più
rispettosi dell'ambiente. Ora pertanto c'è un numero sempre maggiore di consumatori disposti a pagare
un prezzo maggiore per alimenti che offrano maggiori garanzie di qualità e di sicurezza.
Un tempo i prodotti biologici erano difficili da ottenere fuori dei negozi specializzati o dei
mercati locali, ora questi prodotti sono direttamente disponibili negli scaffali dei principali
supermercati in tutta Europa. Inoltre vi è ora una disponibilità maggiore dei prodotti offerti,
mentre fino a pochi anni fa l'offerta si limitava a frutta e verdura, carne, pollame e prodotti
lattieri. Naturalmente, la crescita del mercato al consumo stimola e conduce gli agricoltori a
convertirsi alla produzione biologica.
Ma cosa si intende per qualità? Vi sono una
serie di aspetti (di natura obbligatoria, facoltativa o ancora di valenza socioeconomica) che
definiscono la qualità di un prodotto alimentare .
Un elemento obbligatorio è sicuramente dato dalla sicurezza degli alimenti che rappresenta il
presupposto di base della qualità.
Altro elemento obbligatorio è il rispetto delle norme giuridiche in materia di ambiente e di
benessere degli animali. Indipendentemente dalle caratteristiche dei prodotti, tali norme si
rapportano alla protezione delle risorse naturali o ad esigenze di ordine etico.
Il valore nutritivo degli alimenti (benché soggetto a norme di etichettatura) è di natura più relativa, perchè dipende anche dalle abitudini alimentari. Vi sono anche altri aspetti della qualità considerati invece facoltativi per il loro carattere in parte soggettivo (legato alle preferenze dei consumatori: gusto, odore, aspetto).
Alcuni prodotti presentano infine una valenza supplementare sul piano socioeconomico. Si tratta di quei prodotti ottenuti in una regione o secondo un metodo tradizionale particolari (marchi di qualità) oppure perché nei metodi di produzione si privilegia l'attenzione all'ambiente e al benessere degli animali (è in proprio il caso dell'agricoltura biologica).
Dal punto di vista legislativo, in materia di sicurezza alimentare, l'impegno della Comunità è iniziato negli anni '60, si è potenziato negli anni '90 con la realizzazione del mercato unico e dal 1994 si applica alla lotta contro la BSE. Sotto altri profili, le riforme della PAC del 1992 e del 1999 hanno privilegiato le misure agroambientali e gli aiuti all'estensivizzazione e sono anche stati istituiti dei marchi di qualità europei. Non è comunque né possibile né auspicabile che la legislazione europea si sostituisca interamente a quella degli Stati membri per coprire tutti gli aspetti connessi alla qualità; si tratta piuttosto di condurre in parallelo una politica che ne incoraggi il miglioramento.